Non vi è molta differenza tra Itaca e un appartamento
moderno. Sono secoli che le donne attendono uomini che si ricordino di tornare
da loro. E l’autocoscienza spesso passa attraverso il momento sospeso e incerto
dell’abbandono. Giocato abilmente su toni ironici e dolenti, “Penelope tango” è
lo spettacolo applaudito presso il Piccolo Teatro del Giullare di Salerno in
cui la regista Licia Amarante punta la messinscena su una simmetria emotiva che
accosta ciò che è solo all’apparenza distante. Padrona del palco in ogni
momento, Antonella Valitutti è la sposa di Ulisse, forte della sua dignità e
del suo tormento, che non sfugge né alla fragilità né alla consapevolezza
dell’ipocrisia che l’attornia (attendere è un’arte sottile e crudele, chi
l’osserva da lontano non può coglierne i meccanismi, la determinazione, la consacrazione).
L’attrice veste però anche i panni, con comici effetti, della donna che nutre
rancore per il compagno che l’ha lasciata, prigioniera della sua ossessione
come la regina greca lo è della sua solitudine. Nel fare i conti con la
presenza e l’assenza, ugualmente gravose, dell’amato, Marika Mancini costruisce
un personaggio tenero e paziente in continua evoluzione. Compie infatti un
lungo cammino da semplice sfondo dell’egoismo maschile, scelta che la rende
simile alla pianta innaffiata sul palco, a persona in grado di accettarsi per
ciò che è e non per quel che la lega a chi del legame può fare tranquillamente
a meno. La scenografia, ridotta all’essenziale per evidenziare ciò che vivono
le protagoniste, ha il suo fulcro in un telaio (la mescolanza dei fili riflette
l’intrico dei pensieri), che è anche una persiana semiaperta, sigillo di
un’esistenza a cui è negato uno sbocco. Sarà appunto il telaio a essere
tagliato dalle due donne, che si scoprono l’una il riflesso dell’altra, nella
conclusione. Se un fantasma ha tenuto in ostaggio il loro tempo, la loro identità
è infinitamente più concreta dei miraggi e delle promesse di chi ha scelto di
non esserci anche quando è presente. L’attesa è finita. Si può iniziare a
vivere.
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