Monstrum in latino significa
prodigio, ciò che esula dalle comuni convinzioni e giunge a stravolgerle,
sovvertirle. È ciò che non ha eguali e si accampa dinanzi alla percezione per
sputarle in faccia i suoi angusti limiti. La Medea di Seneca, che è comunque lontana dal
sofferto raziocinio del modello euripideo, non potrebbe essere definita
diversamente. È l’essere “mostruoso” pronto a sacrificare qualsiasi cosa alla
sua ira, che non è solo generata dal tradimento dell’uomo amato, ma rappresenta
quell’energia prelogica che proviene dalle viscere e proprio per questo non si
può arginare. Spetta a Maria Paiato, diretta da Pierpaolo Sepe, impersonare la
donna che osò farsi tomba dei propri figli nello spettacolo che debutterà al
Piccolo Teatro di Milano il 15 ottobre per essere poi proposto al Verdi di
Salerno a partire dal.14 novembre. Il suo furor, la forza malata che fa a pezzi
il raziocinio, diviene specchio di un mondo che si è solo illuso di possedere
la concezione del limite e mostra a poco a poco le crepe di un equilibrio
ingannevole.
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