Il peso dei ricordi e la
necessità di aprire, anzi, spalancare le porte della percezione percorrono i
quattro appuntamenti (tutti alle 21 al Piccolo Teatro del Giullare di Salerno) di “Per
voce sola”, la rassegna, giunta alla seconda edizione, nata dall’impegno
dell’associazione culturale Erre Teatro, che ha in Vincenzo Albano il suo
direttore artistico col sostegno del Comune di Salerno, di contributi privati e
la collaborazione di Pura Cultura e di Fonderie Culturali. Si inizia il 25
settembre con “Ecce robot. Cronaca di un’invasione” di cui Daniele Timpano, che
si ispira all’opera di Go Nagai, cura drammaturgia, regia ed interpretazione e
che è il racconto ironico di una colonizzazione dell’immaginario, quella dei
cartoni nipponici, che prepara l’inquietante omologazione imposta dal mezzo
televisivo. È un mondo di memorie e di sensazioni perdute “Antropolaroid”, di e
con Tindaro Granata (2 ottobre), in cui la duttilità della lingua siciliana
crea personaggi che riemergono da un lontano passato e celano aspetti
inquietanti. Il 16 ottobre Salvatore Nocera, su testo e regia di Rosario
Palazzolo, proporrà, con le voci di Giada Biondo, Floriana Cane, Chiara
Italiano, Rosario Palazzolo, Chiara Pulizzotto, Giorgio Salamone, “Letizia for
ever”, dove la più inclassificabile delle donne, nevrotica, comica e
imprevedibile, fa energicamente a pezzi ogni convenzione. La conclusione della
manifestazione è fissata per il 23 ottobre con “Elettrocardiodramma” scritto,
diretto e interpretato da Leonardo Capuano, dove un balbuziente vestito da
donna mette a nudo la propria anima nel dialogo con figure che solo lui può
vedere.
“Non è tanto il monologo come forma espressiva
in sé a meritare una qualche priorità rispetto ad altri tipi di messinscena- ha
detto il direttore artistico- quanto il fatto che è sempre la forza del
linguaggio a contare. La parola unisce in un doppio dono: quello che
l’interprete fa al pubblico con la sua creatività e quello che gli spettatori
attuano offrendo il proprio ascolto. È facile dimenticare l’ascolto nella
confusione che ci attornia e il pubblico non è certo stupido, ma addormentato
su ciò che viene proposto. La rassegna cerca di comprendere le policromie del
presente e quanto di ciò a cui si assiste oggi appartiene al futuro”.
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