Raccogliere cadaveri
dalle acque non è certo un lavoro per mammole. Ipotizzare le future condizioni
climatiche attraverso i racconti di chiunque non è da meno. Ma nulla vale la
forza e il bisogno di raccontare storie. Tratto dall’omonima piece di
Alessandro Baricco, “Smith & Wesson” è lo spettacolo applaudito al Piccolo
Teatro del Giullare di Salerno. Brunella Caputo dirige il cast all’insegna di
un perfetto senso del ritmo e di un’ ironia che sa diventare nostalgia senza
alcuna retorica, mentre le luci e le musiche di Virna Prescenzo assecondano con
amorosa attenzione le fasi salienti della vicenda. Smith è un metereologo
decisamente fuori dal comune, un mix di genialità e stravaganza perfettamente
creato da Andrea Bloise, autore anche della grafica, mentre Wesson difende con orgoglio il suo
ruolo di conoscitore perfetto del fiume (il ruvido e lapidario Renato Del
Mastro che suscita subito empatia nel pubblico). La svolta della loro curiosa
sintonia è segnata da Rachel (la spumeggiante Teresa Di Florio), giornalista
così ossessionata dall’idea di uno scoop da decidere di ottenere gloria e
quattrini con l’aiuto dei due uomini, spinti a farla uscire viva da una botte
lanciata nelle cascate del Niagara. L’esito sarà tragico, come narra la signora
Higgins (la sensibile Cinzia Ugatti) in cui non è difficile leggere un’immagine
del destino, dato che li ha fatti incontrare. Il ricordo però sa indispettire
la morte. La strana coppia vivrà tutte le esperienze che Rachel sognava. I due
diverranno storie viventi in cui realizzare i desideri di chi non c’è più. Ecco
allora che la bizzarria dei personaggi non è fine a se stessa, ma tentativo di
lasciare un segno, fiducia nell’immaginario lontano da condizionamenti
incarnati da padri ingombranti. Se le cascate del Niagara sono luogo di morte,
dato il tasso di suicidi, bisogna ripartire da lì, dove il senso stesso del
vivere si smarrisce. Ogni narrazione, come ogni esistenza, nasce dall’intreccio
di più voci e da diverse ansie di vincere il tempo. Per chi lo dimentica, come
ricorda la signora Higgins, “la saggezza è un rito inutile”.
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