Trasformare, rigenerare, transitare da
una forma all’altra sapendo che non esiste approdo
definitivo
nella fantasmagoria del visibile. I quattro elementi vanno incontro a una transustanziazione reciproca in un
abbagliante succedersi di colori e luci in “Alchemy”, lo spettacolo creato e
diretto da Moses Pendleton, che ha curato anche la proiezione video e il
collage musicale, in programma al Teatro Verdi di Salerno il 6 febbraio alle 21
e in replica il 7 alle 17 e alle 21 e l’8 alle 18.30. La messinscena è in
sostanza un omaggio alla capacità della
Natura di ridefinire di continuo le proprie regole, facendo sbocciare la
possibilità di vita nella dissoluzione e regalando alla vita stessa la
possibilità di essere consumata in un attimo. E come la conoscenza alchemica è
analisi del possibile e della trasversalità, attesa amorosa di scenari sempre
cangianti, cosi il corpo di ballo di Pendleton si consacra a una rigenerazione
senza respiro di ciò che intercetta i nostri sensi, invitandoci a scoprire
tutta la meraviglia che può sgorgare da ciò che (è ritenuto) ordinario.
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