Testi di forte impatto e
interpreti che hanno messo in campo le proprie energie senza respiro. Si è
conclusa all’insegna del pieno successo Geografie, la rassegna, presso il
Piccolo Teatro del Giullare di Salerno, ideata e diretta da Vincenzo Albano sul
teatro calabrese contemporaneo in partnership con la rivista Puracultura e la
webradio d’Ateneo Unisound con il patrocinio del “Centro studi sul Teatro
napoletano, meridionale ed europeo” presieduto da Antonia Lezza. Emanuela Ferrauto, critico teatrale, ne è stata consulente generale.
Abbiamo chiesto ad Albano di
tirare le somme.
Ora che il sipario è calato, qual è la sua opinione?
“Sono soddisfatto dei
numeri. Non si è verificato nessun calo nell’affluenza del pubblico, un dato
positivo. Il lavoro della mia associazione culturale Erre Teatro, che ha curato
l’organizzazione generale della manifestazione, è sempre migliorabile e occorre
cercare di attrarre nuovi flussi di spettatori”.
Quali sono a suo avviso gli ostacoli con cui la
drammaturgia contemporanea deve fare i conti e quali i suoi punti di forza?
“Gli
ostacoli riguardano la circuitazione delle compagnie, la difficoltà di
garantire loro condizioni dignitose, non solo economiche. Un delicato
equilibrio di oneri nel quale il pubblico gioca un ruolo fondamentale. A
maggior ragione in quel segmento del presente teatrale che va avanti in maniera
indipendente, se non pionieristica. Geografie ha incontrato e parlato di queste
realtà, non solo in teatro, “on stage”, ma anche – per così dire – “on air”,
assieme a tutto lo staff di Unisound. Mi sembrava interessante la chiave
monografica regionale; una sorta di censimento, seppur parziale. Sui punti di
forza, mi piace annoverare la sollecitazione all’ascolto, che sia di una storia
intesa come “plot”, che sia di un frammento di essa nel quale io riconosco la
mia. Siamo disabituati all’ascolto. Vediamo, basta. Ma quanto può renderci
“visionari” una parola, abbandonandoci ad essa!”.
Quali progetti ha per il futuro?
“Penso alla seconda edizione
di “Per voce sola”, che non è un progetto, ma un taglio offerto a una proposta
che mi permette di proporre drammaturgie interessanti, e alla terza edizione di
Teatrografie, che è un tentativo di narrare il teatro anche attraverso forme
espressive diverse, nonché alla seconda edizione di Geografie. Sarebbe inoltre
auspicabile contare su un proprio spazio. Il Giullare ha offerto un sostegno
insostituibile, ma un luogo gestito autonomamente permette di connotare una
precisa identità artistica”.
Nessun commento:
Posta un commento