Avete presente
gli ingombranti ed egocentrici anni Ottanta? E quell’inutile propaggine che furono
gli anni Novanta? Tranquilli: da allora è cambiato ben poco. Ispirato a quel
clima con tanto di ballo sulle note dei Toto, colonna sonora de “Il tempo delle
mele” e servizio televisivo di Lilli Gruber ridoppiato all’occorrenza, “Garwalf”
con Francesco Turbanti e Marta Vitalini, diretti da Andrea De Magistris e
Giovanna Vicari, ha segnato la nuova tappa di Mutaverso, la stagione teatrale
che ha in Vincenzo Albano il suo direttore artistico. Utilizzando la tecnica di
ripresa del film “The Blair witch project”, ovvero fingere di filmare dal vivo
la vicenda con frequenti sguardi in macchina e ricorrendo a siparietti ironici,
gli attori modellano il copione su spettatori reclutati il giorno prima, che in
una tenda devono smascherare il lupo mannaro nascosto tra loro, sempre pronto a
uccidere, a cui è destinato anche un premio in denaro, in omaggio a un protagonismo
incondizionato. Si tratta dunque di un progetto basato sul coinvolgimento della
platea in cui le citazioni del costume e dell’informazione di oltre trent’anni
fa ribadiscono la necessità, vitale al giorno d’oggi, di avere un pubblico a
qualunque costo. Il risultato è un percorso in cui lo smascheramento non è che
il pretesto per essere al centro di uno schermo, che sia la telecamera o il
computer. Da attivatore delle coscienze, il lupo diviene un compagno di gioco,
nient’altro che un modo per ricordare che ci si sta muovendo su un
palcoscenico. Questa esibizione del corpo si traduce in un nichilismo della
visione. Mostrare e mostrarsi, secondo una prospettiva onnivora, ugualmente vorace
verso il presente e il passato, ma non preoccupata di riconoscere un senso nell’uno
o nell’altro, azzera ciò che pretende di imporsi allo sguardo. La sovraesposizione
diviene sudario del visibile, perché lo rende indistinto e sterile. Gli anni
Ottanta hanno trionfato. E il lupo che avrebbe potuto restituirci a nuova vita
divorandoci non è più consistente della febbre dell’apparire.
Nessun commento:
Posta un commento