Disobbedire è
il primo passo per scrivere la propria storia. E quale storia può essere, in
tal senso, più convincente di una fiaba? Ha preso le mosse da una citazione di
“Smisurata preghiera” di Fabrizio De Andrè (“Ricorda, Signore, questi servi disobbedienti
alla legge del branco”) “Anomalia”, in cui il collettivo del Teatro
Grimaldello, diretto da Antonio Grimaldi, ha rivisitato presso il Piccolo
Teatro del Giullare di Salerno le vicende di Pinocchio, Biancaneve e
Cenerentola con un accentuato gusto del paradosso. Geppetto insegue il suo
figliolo a torso nudo e quasi allo stato brado, perchè è sul lastrico a causa sua, ma è anche
abbagliato dalla sua spudorata voglia di vivere. Il Pinocchio crocifisso sconta
l’ ingenuità verso furbi e profittatori, ma anche il rifiuto di una logica precostituita.
I dottori che comunicano solo con il cellulare, comodamente seduti su una
sdraio circondati da conigliette, fingendo di avere a cuore la sorte del
burattino, sono immagine di un cinismo ormai costitutivo di una società “razionale”.
Il buffo corteo funebre che segue il protagonista trascinato lungo il palco
sulle note di “Back to black” (ricorrere alla musica contemporanea con effetto
straniante è un espediente caro a Grimaldi), mentre la fata turchina è
beffardamente abbandonata su lui, suggella la sua estraneità al mondo degli
obbedienti. Poiché però la svolta a ciò che sembra statico può essere
impressa da chiunque, appare logico che
il principe di Biancaneve e la fata di Cenerentola siano interpretati
rispettivamente da una donna e da un uomo. L’ironia accompagna ogni momento
dello spettacolo. La mela che si frappone tra la più bella del reame e il suo
amato allude al magnetismo del desiderio, i molti specchi impersonati dai
personaggi attorno alla regina cattiva esasperano un’avida vanità, la pioggia
di scarpe su Cenerentola enfatizza il momento topico del riconoscimento. Che Marylin
appaia prima della fiaba della ragazza tiranneggiata con un crocifisso luminoso
(la visibilità a cui è inchiodata) ha un senso: la promessa di felicità tradita
per la diva diverrà realtà in chi obbedirà solo al suo slancio vitale. Vi è un
continuo invito a sorridere del moralismo legato alla dimensione fiabesca per
riservarsi nuove possibilità. Disobbedire a ciò che sembra definito può
condurre, se non a vivere felici e
contenti, a essere liberi.
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