Inutile credere
che l’amore sia un modo per ritrovarsi: è in realtà il momento in cui fragilità
e illusioni appaiono in tutta la loro spietata concretezza. Il primo maggio
alle 21, al Teatro Obadiah di Oppido
Lucano, Carlotta Vitale e Mimmo Conte, che cura anche la regia, raccontano in
“Il gusto dell’intimità” il percorso accidentato di
due individui che vorrebbero scrivere insieme la propria storia, ma non
superano il divario tra il desiderio e l’alienante succedersi dei giorni. Lo
spettacolo della Compagnia Gommalacca Teatro, coprodotto dal Teatro Pubblico
Campano e vincitore del Premio Nuove Sensibilità 2010/2011, si basa su di una
serie di scelte espressive raffinate e crudeli: calici accostati lentamente che
alludono al bisogno di condivisione, uso disturbante della musica che rimanda
all’impossibilità di comunicare, vicinanze che allontanano fino a fare della
propria casa una sorta di campo di battaglia dove muoversi carponi, mentre una
luce raggelante è puntata sulla grottesca lotta per il telecomando, le immagini
di “Otto e mezzo” proiettate sullo sfondo per ribadire l’incompiutezza di un
dialogo. Se la solitudine non vede che se stessa, non resta che riservarsi un
ultimo sguardo, inseguendo ostinatamente nel ricordo tutto quel che non ha
avuto la forza di resistere a una vita fuori sincrono.
Nessun commento:
Posta un commento