Al Giullare di Salerno il giallo si ascolta
Si concedono allegre coreografie,
scherzano con il cellulare o con il fumo della sigaretta, s’improvvisano
fantasmi con lenzuoli, fanno il verso ai propri personaggi. Mai vista una
compagnia cosi indisciplinata, ma si sa, il radiodramma è un genere troppo
sottile per essere preso sul serio. Nell’unire leggerezza e amore
incondizionato per il giallo, Brunella Caputo crea con “Il mistero della donna
in nero”, applaudito al Piccolo Teatro del Giullare di Salerno, il piacere di
un ascolto dinamico adattando liberamente un testo di Ellery Queen. Se le voci
degli interpreti tratteggiano con arguzia una vicenda che coinvolge subito (un
omicidio su cui incombe l’ombra del soprannaturale), i loro movimenti non
mirano solo a distrarre comicamente gi
spettatori, chiamati a individuare il colpevole, ma strizzano l’occhio alla
natura stessa dell’attore, sempre in bilico tra l’immaginazione che diventa
realtà e la consapevolezza di come tutto sia fittizio. Introdotti fuori campo da
David Curzio Amelia Imparato , Augusto Landi, Andrea Bloise, Rocco Giannattasio, Matteo Amaturo, Giovanni
Caputo diventano strumenti di un’autoironica polifonia che è un toccasana per
chi ha un rapporto distratto con le parole, a volte molto più insidiose di un’ombra
nel buio.
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