lunedì 27 gennaio 2014

Al Giullare di Salerno il giallo si ascolta



Si concedono allegre coreografie, scherzano con il cellulare o con il fumo della sigaretta, s’improvvisano fantasmi con lenzuoli, fanno il verso ai propri personaggi. Mai vista una compagnia cosi indisciplinata, ma si sa, il radiodramma è un genere troppo sottile per essere preso sul serio. Nell’unire leggerezza e amore incondizionato per il giallo, Brunella Caputo crea con “Il mistero della donna in nero”, applaudito al Piccolo Teatro del Giullare di Salerno, il piacere di un ascolto dinamico adattando liberamente un testo di Ellery Queen. Se le voci degli interpreti tratteggiano con arguzia una vicenda che coinvolge subito (un omicidio su cui incombe l’ombra del soprannaturale), i loro movimenti non mirano solo a  distrarre comicamente gi spettatori, chiamati a individuare il colpevole, ma strizzano l’occhio alla natura stessa dell’attore, sempre in bilico tra l’immaginazione che diventa realtà e la consapevolezza di come tutto sia fittizio. Introdotti fuori campo da David Curzio Amelia Imparato , Augusto Landi, Andrea Bloise,  Rocco Giannattasio, Matteo Amaturo, Giovanni Caputo diventano strumenti di un’autoironica polifonia che è un toccasana per chi ha un rapporto distratto con le parole, a volte molto più insidiose di un’ombra nel buio.

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