giovedì 28 febbraio 2013

Ennio Marchetto, mille carte da giocare

Chi non desidererebbe vedere tutti i propri idoli riuniti sullo steso palco? Con Ennio Marchetto questo è possibile. Nel suo spettacolo “A qualcuno piace carta”, che si terrà il primo marzo alle 21 presso la Sala Truffaut della Cittadella del Cinema a Giffoni Valle Piana nell’ambito di “Giffoniteatro”, l’artista ricorre a variopinti costumi di carta per trasformarsi in un attimo in personaggi celebri. Lady Gaga, Albert Einstein, Maria Callas diventano oggetto di una gustosa parodia in un’allegra sarabanda di maschere.

martedì 26 febbraio 2013

Oriana Fallaci, l’omaggio della Guerritore

La vita le ha spesso chiesto un prezzo altissimo e non ha esitato a pagarlo. Oriana Fallaci ha lottato contro i pregiudizi dei benpensanti, la violenza e l’ipocrisia della storia, il peso dell’abbandono. Con la passione che la contraddistingue, Monica Guerritore la interpreterà nello spettacolo da lei scritto e diretto, “Mi chiedete di parlare”, in cartellone presso il Teatro Verdi di Salerno dal 28 febbraio al 1 marzo alle 21, alle 17 e alle 21 di sabato 2 e alle 18.30 di sabato 3. Una delle personalità più complesse del Novecento rivivrà in tutte le sue sfaccettature.

lunedì 25 febbraio 2013

Identità, ovvero l’eterno inganno

 “Ma siamo dentro o fuori?” “Fa lo stesso.” “Siamo dall'altra parte.” Può essere davvero impossibile capire la direzione e il senso stesso dei propri comportamenti, quando si oscilla continuamente tra le illusioni e una concretezza che pare a sua volta ingannevole. Nella perfetta messinscena de “Il posto delle patate” di Georges Pèrec, curata dalla Compagnia Macroritmi diretta da Rosi Giordano presso l’Auditorium Sant’Apollonia a Salerno, la propria interiorità è un approdo sfuggente. Lo spettacolo, nell’ambito della rassegna Out of Bounds, mostra cinque figure, inchiodate a un insensato rituale (strofinare e spostare patate), che cercano di capire chi siano, intrecciando ricordi in storie che non fanno chiarezza. Chi narra vuole imporre la propria fittizia personalità, attirando il rancore dei compagni costretti a fargli da comprimari. Ci si può consacrare generosamente alla narrazione (Monica Maroncelli), si può opporre il proprio candore all’assurdo (Maria Enrica Prignani), osservare tutto con spirito critico (Marco Giustini), essere consapevoli del limite (Maria Teresa Di Clemente), avvertire una sospettosa amarezza (Adriano Rosani), ma il tentativo di ritrovarsi fallisce e si ritorna al punto di partenza. Anche la scelta di un copione in cui tutto sia finalmente definito (l’Amleto, dove la finzione è un modo per arrivare alla verità) non giova a lasciarsi alle spalle l’indecifrabile. Le patate sono l’unico oggetto su cui non ci sono dubbi, ma l’assodato può essere una trappola peggiore dell’ambiguità, come mostrano cappelli, ombrelli, abiti, bricchi, scarpe accatastati sullo sfondo: definire significa morire. Non resta davvero altra via che tendere a ciò che non si lascia cogliere. Si replica il 28 febbraio alle 21 alla Casa delle Culture a Roma.

domenica 24 febbraio 2013

Il Pascoli brioso di Paolo Poli

Gli uccelli piombano sul palco in una sgargiante coreografia, ma la sua sagoma si intuisce subito tra quel piumaggio eccentrico. Paolo Poli sceglie un inizio travolgente per il suo “Aquiloni”, applaudito al Teatro Verdi di Salerno, in cui l’epoca sospesa tra Ottocento e Novecento riprende vita tra i versi di “Myricae” e “Poemetti”. Il percorso si snoda tra sfarzosi costumi e scenografie ispirate ad artisti come Fattori e Morandi, passando con briosa disinvoltura da “Addio Lugano bella” a “Tripoli bel suol d’amor”, senza dimenticare composizioni di Tosti, canzoni da caserma, “La cucaracha”, ninne nanne e la “Vedova allegra”. Insieme all’attore e regista, Fabrizio Casagrande, Daniele Corsetti, Alberto Gamberini e Giovanni Siniscalco declamano i componimenti pascoliani, depurandoli di ogni angoscia e sottolineandone con ironia i meccanismi linguistici. Pochi sanno quanto possa essere intrigante e sensuale un’allitterazione, una rima, un’assonanza: la poesia diviene gioco raffinatissimo che schiude sensazioni e rende vividi i ricordi. Poli elogia le possibilità liberatorie e sarcastiche del linguaggio. Non è un caso che l’ultimo fondale del rimpianto Emanuele Luzzati si ispiri all’opera rinascimentale del Duca di Berry: il verso e il corpo sono ancora, più che mai, centro del tutto.

sabato 23 febbraio 2013

“Il posto delle patate”, omaggio a George Pèrec

Riconoscersi in un’identità e fare finalmente luce in se stessi? Scelta paradossale prima ancora che difficile. E il paradosso è caro a George Pèrec, che ha esplorato le assurdità e le sorprese del linguaggio. Opera emblematica è “Il posto delle patate”, che la compagnia Macroritmi allestirà il 23 febbraio alle 21 e il 24 febbraio alle 18 presso Sant’Apollonia a Salerno per la regia di Rosi Giordano nell’ambito della rassegna “Out of Bounds”. Cinque personaggi oscillano tra sarcastica affabulazione e false piste, declinando in modo sorprendente la ricerca dell’io.

sabato 16 febbraio 2013

Teatro di guerra

Un corpo che diviene arma, tortura, testimonianza, atto d’accusa, fragilità, rabbia da urlare con quanto fiato si ha in gola. Non è adatta a un pubblico passivo la performance di Giampiero Judica in “Nema problema” di Laura Forti, che debutta per la regia di Pietro Bontempo al Teatro Ghirelli di Salerno il 18 febbraio alle 21, dove resterà in cartellone fino al 24. Nel raccontare il marcio conflitto serbo-croato del 1992, lo spettacolo è un viaggio senza respiro nel crudele egoismo di chi ha deciso di seppellire ogni etica.

Paolo Poli a Salerno

Dimenticate l’immagine leziosa che ci ha ossessionato a scuola. Il Pascoli di “Myricae” e dei “Poemetti” rivisitato da Paolo Poli in “Aquiloni”, in programma al Teatro Verdi di Salerno dal 20 al 24 febbraio, diventa occasione per uno spettacolo malizioso e ironico. Maestro del travestimento, l’artista fiorentino costruisce una rappresentazione intessuta di balli, canzoni, versi, sgargianti scenografie e omaggi alla Belle Epoque, rivivendo con leggerezza un mondo ormai perduto per sempre, eppure vivo nelle sue suggestioni.