giovedì 24 settembre 2015

Al via la seconda edizione di “Per voce sola”



Il peso dei ricordi e la necessità di aprire, anzi, spalancare le porte della percezione percorrono i quattro appuntamenti (tutti alle 21 al Piccolo Teatro del Giullare di Salerno) di “Per voce sola”, la rassegna, giunta alla seconda edizione, nata dall’impegno dell’associazione culturale Erre Teatro, che ha in Vincenzo Albano il suo direttore artistico col sostegno del Comune di Salerno, di contributi privati e la collaborazione di Pura Cultura e di Fonderie Culturali. Si inizia il 25 settembre con “Ecce robot. Cronaca di un’invasione” di cui Daniele Timpano, che si ispira all’opera di Go Nagai, cura drammaturgia, regia ed interpretazione e che è il racconto ironico di una colonizzazione dell’immaginario, quella dei cartoni nipponici, che prepara l’inquietante omologazione imposta dal mezzo televisivo. È un mondo di memorie e di sensazioni perdute “Antropolaroid”, di e con Tindaro Granata (2 ottobre), in cui la duttilità della lingua siciliana crea personaggi che riemergono da un lontano passato e celano aspetti inquietanti. Il 16 ottobre Salvatore Nocera, su testo e regia di Rosario Palazzolo, proporrà, con le voci di Giada Biondo, Floriana Cane, Chiara Italiano, Rosario Palazzolo, Chiara Pulizzotto, Giorgio Salamone, “Letizia for ever”, dove la più inclassificabile delle donne, nevrotica, comica e imprevedibile, fa energicamente a pezzi ogni convenzione. La conclusione della manifestazione è fissata per il 23 ottobre con “Elettrocardiodramma” scritto, diretto e interpretato da Leonardo Capuano, dove un balbuziente vestito da donna mette a nudo la propria anima nel dialogo con figure che solo lui può vedere.
 “Non è tanto il monologo come forma espressiva in sé a meritare una qualche priorità rispetto ad altri tipi di messinscena- ha detto il direttore artistico- quanto il fatto che è sempre la forza del linguaggio a contare. La parola unisce in un doppio dono: quello che l’interprete fa al pubblico con la sua creatività e quello che gli spettatori attuano offrendo il proprio ascolto. È facile dimenticare l’ascolto nella confusione che ci attornia e il pubblico non è certo stupido, ma addormentato su ciò che viene proposto. La rassegna cerca di comprendere le policromie del presente e quanto di ciò a cui si assiste oggi appartiene al futuro”.

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