sabato 23 novembre 2013

Orazio Cerino in "Il fulmine nella terra"



Esistono macerie difficili da rimuovere: le aspettative di una generazione abbandonata alle proprie incertezze, per esempio. “Il fulmine nella terra. Irpinia 1980”, in scena oggi, 23 novembre, alle 19 presso l'Auditorium del Carcere Borbonico di Avellino, non è soltanto la ricostruzione di una vicenda che portò alla luce inefficienze e malafede (l’evento, a ingresso libero, è promosso dall’Associazione culturale “Orizzonti”, presieduta dal Dirigente Scolastico del Liceo "Colletta", il  professore Paolino Marotta, con il patrocinio della Provincia di Avellino). Il testo, scritto e diretto da Mirko Di Martino e interpretato da un appassionato Orazio Cerino, fa rivivere il clima degli anni Ottanta attraverso articoli, testimonianze e documenti originali per evidenziare come uno squarcio si sia aperto nel suolo e nella memoria collettiva, spazzando via i punti di riferimento di una parte della società che vive l’enorme fatica di interloquire con i giovani. La scelta del monologo appare del tutto coerente: l’attore che si muove a ritroso nel tempo rappresenta non solo il singolo che desidera riconoscersi in una collettività, ma anche il proposito di opporre la forza delle parole a un silenzio che preferisce seppellire le ferite invece che guarirle. Il vuoto della scena è la solitudine imposta da chi ha voluto dimenticare esigenze materiali e spirituali ed è quel vuoto che il corpo dell’interprete deve invadere e riempire con l’energia del linguaggio.

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