venerdì 13 luglio 2018

“Homologia”, il tramonto di un’anima indomita



Se pensate che una vecchia carcassa non abbia più nulla da offrire, vi sbagliate. Mai  sottovalutare un’anima non ancora assopita. Rocco Manfredi e Francesco Napoli, diretti da Alessandra Ventrella, hanno profuso tutte le proprie energie in “Homologia”, lo spettacolo della compagnia DispensaBarzotti riproposto con successo al Centro Sociale a conclusione della terza stagione di Mutaverso, diretta da Vincenzo Albano. Affidata interamente al gesto e a maschere cupamente rugose, la messinscena esplora attraverso un linguaggio da illusionista la possibilità di ritrovarsi. I trucchi da mago mostrano che la realtà non può appartenere ai soli sensi né a una sola prospettiva. Il foglio di giornale che si solleva sulla testa dell’anziano legato a gesti ripetitivi allude allo smarrimento delle facoltà cognitive ma anche al bisogno di giocare con la monotonia per darle scacco. La radio sormontata da un minuscolo fuoco d’artificio per festeggiare il compleanno del vecchio, con tanto di capellino e torta propri dell’infanzia, ha un grande valore evocativo, perchè capta quelle “voci di dentro” che attendono il risveglio. Le scatole da regalo che piombano sul palco sono al tempo stesso beffarde e consolatorie: esprimono il carattere illusorio della vita, ma sono anche esortazione a donarsi a se stessi, cercando un nuovo inizio (i simboli del compleanno) e la forza di protrarlo (il giovane che emerge dalla scatola più grande). La gioventù è tuttavia qualcosa di sclerotizzato nel passato (i faticosi tentativi di animare il ragazzo da parte dell’anziano) e lo sdoppiamento del protagonista culmina nel naufragio (le pose plastiche che li rendono l’uno testimone della morte dell’altro). Solo incontrando un altro se stesso infatti si può avere l’esatta misura del limite e dell’occasione di varcarlo. L’abbandono dell’attempato fantoccio sulla poltrona mentre i due giovani soffiano sulla candelina rimanda alla liberazione dal corpo, dalla noia, dalla sterilità, ma non si può escludere che le due figure siano l’ultimo, testardo sogno di chi ha dovuto arrendersi al nulla.

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