sabato 23 febbraio 2013

“Il posto delle patate”, omaggio a George Pèrec

Riconoscersi in un’identità e fare finalmente luce in se stessi? Scelta paradossale prima ancora che difficile. E il paradosso è caro a George Pèrec, che ha esplorato le assurdità e le sorprese del linguaggio. Opera emblematica è “Il posto delle patate”, che la compagnia Macroritmi allestirà il 23 febbraio alle 21 e il 24 febbraio alle 18 presso Sant’Apollonia a Salerno per la regia di Rosi Giordano nell’ambito della rassegna “Out of Bounds”. Cinque personaggi oscillano tra sarcastica affabulazione e false piste, declinando in modo sorprendente la ricerca dell’io.

2 commenti:

  1. "Si può guardare il pezzo di un puzzle per tre giorni di seguito credendo di sapere tutto della sua configurazione e del suo colore, senza aver fatto il minimo passo avanti: conta solo la possibilità di collegare quel pezzo ad altri pezzi." (Georges Perec)
    Ciascun personaggio di questa piece cerca di ricostruire la propria identità attraverso la narrazione e per definirla ha bisogno di vedere se stesso in relazione agli altri. Ma qualunque tentativo di delineare un quadro coerente è destinato a fallire. Si ha l'impressione di avere a che fare con un puzzle impazzito. Un'immagine della vita?

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    1. Molto più che un'immagine, direi un'incarnazione, tra grottesco e ironico, di quel che la vita sa essere. La ricerca di sè è un percorso in cui la meta rimane nascosta.

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