A Napoli Anna Rita Vitolo e Vincenzo Albano in “Il baciamano”
Una
pietanza che pretenda di dettare legge su come debba essere cucinata non si era
mai vista: un giacobino imprigionato impone di essere preparato in salsa
francese. Accade anche questo, quando il mondo ha deciso di precipitare nel
buio. “Il baciamano”, il testo carnale e iconoclasta di Manlio Santanelli,
diventa uno spettacolo, a cura dell’Associazione Culturale Erre Teatro e
diretto da Antonio Grimaldi, che toglie il respiro per l’intensità
dell’interpretazione. In scena il 24 apile alle ore 20.30, nella Chiesa di Santa Croce e Purgatorio al
Mercato in Piazza Mercato a Napoli (l’ingresso è gratuito fino ad esaurimento
posti) Anna Rita Vitolo e Vincenzo Albano gareggiano nella capacità di
coinvolgere il pubblico senza mai cadere nelle trappole di una recitazione
artificiosa. I protagonisti donano fascino al legame tra vittima e carnefice:
un legame in cui non si può dare nulla per scontato. Se Janara è spinta dal
degrado al cannibalismo, è a sua volta schiacciata da un contesto che la relega
nella sua animalità; il giacobino, che tenta di vincere l’istinto con la
razionalità, non sarà immune da quella violenza a cui ha riservato il suo
aristocratico orrore. L’essenzialità della scenografia riflette il deserto che
il fallimento della rivoluzione del 1799 lascia a Napoli: una cornice impressa
su di un tendaggio (la donna non ha sbocchi o prospettive) un tavolo, un baule
dove riporre quasi con amore i resti di altre vittime (un crudo realismo
assolutamente necessario dato il carattere del testo, che rende di fatto la
morte una pratica usuale), una bacinella e un coltello. La maschera di
maiale che la donna indossa a un certo punto della messinscena, così come la
cupa fiaba di Ficuciell, sono chiari riferimenti a quel bisogno di
sopraffazione che diventa naturale come respirare. La messinscena del
baciamano, un momento in cui scoprirsi persone e non pedine, tenta di
esorcizzare l’incubo della violenza (è questo che fa il teatro: allontana il
male di vivere), ma i due potranno solo comprendere l’uno nell’altra il proprio
bisogno di felicità fatto a pezzi. Quando i sogni muoiono, è l’anima, non solo
il corpo, a essere divorata.
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