
La voce narrante è coerente
con l’ampiezza del disegno. Ne "Il signor Bovary" l’immedesimazione nella figura
principale (altalenante e ambigua come tutti i bisogni umani) era motivata da
un redde rationem legato a quanto di
più intimo si possa concepire, il desiderio, e nasceva soprattutto da un
approcio problematico con la scrittura, che è rivelazione mai salvifica del
disagio. In "XXI Secolo" la resa dei conti ha assunto dimensioni planetarie, dato
che l’Occidente ha sempre preteso di essere l’ombelico del mondo e la ricerca
di senso diviene così pressante che si impone un tipo di narrazione capace di
abbracciare il singolo e la collettività. Si moltiplica lo sguardo, dunque,
perché si moltiplicano i naufragi.
Zardi è stato sempre
affascinato dal concetto di limite perché in esso, come in una
consustanziazione laica, si attua in pieno la natura umana. Il limite gravoso
che qui viene continuamanete riproposto è quello di una logica soffocata dai suoi
stessi tentativi di individuare, rivelare, decifrare. Anche il rapporto con
l’informazione -la vicenda del fantino vittima di un incidente, le notizie dal
mondo- conduce su una falsa pista, perchè quella che vorrebbe essere un’ottica
multipla, in grado di cogliere a ogni livello la complessità, è in realtà la
messinscena di qualcosa di cui si è persa la ragione ultima.
L’Occidente collassa perché
su di esso si accartoccia il suo limite, che è pretesa di imporre
un’omologazione del pensiero e del comportamento, ma pretendere che i rapporti
siano traducibili in chiare equazioni, in un sistema di causa ed effetto non
conduce da nessuna parte. Non si può ingabbiare un magma di sensazioni in una
categoria. Ecco allora che al limite inteso come superbia di ridurre il mondo a
se stessi se ne contrappone un altro, accolto a fatica e con disperata fiducia,
che dalla coscienza della propria fragilità fa germogliare la possibilità di
riscrivere la propria storia. Quel che confina in una condizione può divenire
un varco per aprire su quella stessa condizione occhi nuovi e riviverla al di
fuori di parametri soffocanti. Zardi non regala mai facili approdi o
scorciatoie consolatorie. Non sappiamo se l’amore sarà una via d’uscita.
Possiamo solo comprendere che quello che ci sottrae alla barbarie scaturisce da
quelle stesse viscere che ci spingono verso il baratro.
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