giovedì 8 febbraio 2018

I “Sei personaggi” secondo Luca Fusco



Il malumore del capocomico (l’attento e calibrato Paolo Serra) è comprensibile: dover mettere in scena, in mancanza di meglio, “Il giuoco delle parti”, che sembra studiato apposta per scontentare tutti. Non sa ancora che il teatro è uno spazio da violare perché le categorie vadano in pezzi. Nutrita dalle suggestioni del cinema, di cui Pirandello aveva colto le potenzialità, la versione di “Sei personaggi in cerca d’autore”, allestita presso il Teatro Verdi di Salerno per la regia di Luca Fusco, si propone come eccesso della visione. Le immagini proiettate sullo sfondo moltiplicano la presenza dei personaggi tra cui spicca Eros Pagni, padre austero e consapevole in modo struggente della fragilità del tutto, e Gaia Aprea, che affronta generosamente il ruolo scomodo della Figliastra. I filmati ribadiscono naturalmente l’urgenza, da parte delle figure, di vivere anche solo per un momento. La vita, infatti, è nell’arte, non in quel banale copione a cui obbediscono ciecamente gli esseri umani. È in nome di questo bisogno di autenticità che le pulsioni sessuali del testo sono rese nettamente esplicite. Le proiezioni sono anche un monito a superare il visibile e il narrabile, ben oltre le convenzioni non solo teatrali. Gli attori che vogliono vestire i panni dei personaggi sono delineati all’insegna di una prevedibilità meccanica per deridere la pretesa della forma (in questo caso l’interpretazione) di sostituirsi all’essenza. Illusione è parola odiosa a coloro che sembrano emergere dalle pareti, come un rimosso da sconfessare. Quale comportamento codificato può restituire la pienezza di una passione? L’aspetto spettrale dei personaggi è acuito per mostrare l’incongruenza di un palcoscenico immemore della propria natura di campo aperto a tutte le possibilità. L’assurdo riguarda infatti la percezione di sé. Come ricorda il Padre, l’uomo di oggi non è quello di ieri né si riconoscerà in quello di domani. Chi si rifugia nella forma non sa guardare in faccia a quello che scardina tutto. Non esiste nessun approdo, suggerisce la risata beffarda della Figliastra nel palco ormai vuoto. Lo aveva detto del resto proprio il capocomico: “Siamo a teatro! La verità fino a un certo punto”.


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