giovedì 1 agosto 2013

Nocera Inferiore, si alza il sipario su “Il baciamano”





Vittima e carnefice non sono ruoli statici. Nonostante tutto l’uno può aprire all’altra, per un lungo attimo, prospettive inimmaginate che li avvicinano. Annarita Vitolo e Vincenzo Albano offrono un’interpretazione intensissima ne “Il baciamano” di Manlio Santanelli, che Antonio Grimaldi dirigerà il 3 agosto alle 21 al Castello Fienga di Nocera Inferiore nell’ambito della manifestazione Centrale dell’Arte. Janara è prigioniera di uno scenario di miseria e violenza, tra il pianto dei bambini e le percosse del marito, mentre fuori si consuma il fallimento della rivoluzione del 1799. Legato accanto a lei c’è un giacobino destinato a essere ucciso e divorato. Beffarda e aggressiva, la donna non ha alcun motivo per riservargli un briciolo di umanità, eppure i suoi discorsi, che si ostinano a contrapporre la logica all’istinto, si fanno strada dentro di lei, la costringono a percepirsi come persona, affascinata da un gesto semplice e aristocratico: il baciamano, appunto. Il linguagggio di Janara non può non essere quello della sopraffazione: anche la fiaba che narra riflette questo stato di cose e l’uso delle maschere con volti di animale personifica la pulsione a cibarsi del corpo e dell’anima altrui. Eppure, in una narrazione che ha i suoi momenti di umorismo nero (il giacobino vuole essere tassativamente cucinato in salsa francese), i protagonisti danno vita alla messinscena del cortese omagggio come a un gioco che cancelli, almeno per un istante, ogni inquietudine. L’ansia infantile della felicità, la scaltrezza della vittima che cerca una via di fuga, l’illusione del potere salvifico della rappresentazione si mescolano in attesa del cupo finale. Quello a cui si assiste è in fondo un omicidio-suicidio: è la speranza stessa di una vita migliore a essere ammazzata e non resta che rimanere soli a sognare l’impossibile. Di rado il desiderio ha mostrato un volto così crudele.

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