domenica 17 marzo 2013

“Sciarada”, ironia a piene mani

Tra sorrisi e moine due dame rimproverano l’una all’altra tutti i difetti immaginabili sulle note di “Quello che le donne non dicono”. Stravagante? Piuttosto un allegro omaggio alla contaminazione tra modi diversi di rapportarsi alla scena. Oscillando con lo stesso entusiasmo tra il teatro impegnato e il divertissement, Antonio Grimaldi si avvale dell’interpretazione e della coreografia di Loredana Mutalipassi nell’applaudita “Sciarada”, la commedia musicale che ha il suo punto di forza nell’affiatamento del cast (Orazio Cerino, Dina Galdi, Alessandro Gioia, Michela Ventre, Carmen Di Lorenzo, Gerarda Ferruzzi, Simone Liguori, oltre alo steso Grimaldi). Prendendo spunto dagli intrighi amorosi e dal gusto della critica alle convenzioni borghesi propri di Feydeau, i personaggi espongono a una continua autorironia desideri e vanità, come nel caso in cui i gentiluomini cantano con falso dolore la propria ossessione per il gentil sesso, intonando “E lucean le stelle”,  oppure quando si affida a uno dei pezzi più struggenti di “Cats” la “bellezza” di un cappello trash. Tre ballerini che entrano ed escono da una cornice fungono da spettatori, complici e attrezzisti, evidenziando l’incongruenza degli atteggiamenti delle altre figure. È chiara l’idea che tutto il mondo sia palcoscenico: la vita è un copione spesso grottesco, ma certamente non noioso.

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